Piazza Vittorio 14 Torino(TO)
Proseguendo l'articolo "Introduzione allo psicodramma" viene qui evidenziato come, in questa tecnica di gruppo, si ha anche l'importante opportunità di lavorare sugli aspetti somatici. Nel gioco psicodrammatico il corpo è il protagonista "fisico" dell'azione scenica poichè sente ed esprime parole, sensazioni ed emozioni, posture, gesti e movimenti.
A cura di Elisabetta Gabriele
![]() |
![]() |
![]() |
Nell'Introduzione allo Psicodramma ho tentato di spiegarne, in linea generale, gli aspetti teorici e tecnici e ho posto l'attenzione sull'aspetto che differenzia tale tecnica dalle altre forme (individuali e di gruppo) di intervento psicologico: nello psicodramma si riduce la verbalizzazione dell'esperienza al servizio dell'azione scenica (gioco o drammatizzazione).
Mettere in scena, giocando, un evento storico (appartenente al mondo reale o a quello immaginale) e/o psichico (sogni, emozioni, sensazioni, fantasie, pensieri, ecc.) comporta l'utilizzo di tutte le funzioni mentali e corporee. Oltre all'utilizzo delle capacità intellettive del linguaggio e del ragionamento, oltre alle possibilità emotive che conducono alle associazioni del racconto verbale, oltre all'attivazione somatica, lo psicodramma prevede l'azione del corpo nella scena giocata.
L'azione scenica mette il corpo nella situazione di "esserci" e "sentire" quella che fisiologicamente si chiama propriocezione. Il conduttore invita i partecipanti al gruppo a rivivere le scene di vita, i sogni, i pensieri o le fantasie anche attraverso il proprio corpo. All'inizio della pratica psicodrammatica non è immediato sentire o percepire il vissuto corporeo: si può partire pensando di doversi sforzare di "recitare", si può semplicisticamente pensare che siano facilitate le persone che hanno già confidenza con le proprie sensazioni fisiche, ma queste stesse persone potrebbero aver bisogno del conduttore per tradurre ed elaborare tali sensazioni.
Ascoltare il proprio corpo è di per sè una questione complessa, innanzitutto perchè non esiste un corpo scollegato dalla testa: mentre ascoltiamo il nostro corpo stiamo anche utilizzando il cervello che è anch'esso parte del nostro corpo. In psicodramma è possibile mettere in luce molti di questi passaggi e collegamenti: è sempre possibile, giocando una scena, creare un fermo immagine per soffermarsi ora sugli aspetti somatici, ora su quelli emotivi o ancora per lasciar parlare le parti razionali della personalità. | ![]() |
Il modo di ascoltare il proprio corpo, di tradurre quello che sentiamo, di elaborare e dare un senso a quello che sembra voglia comunicarci il corpo, in psicodramma può essere sia un punto di partenza che un obiettivo da raggiungere. Ogni persona scopre le proprie parti "somatiche" in base alla propria esperienza di vita, a quali funzioni ha maggiormente sviluppato (sensazione, sentimento, intuizione, pensiero) e a quali ha lasciato più sopite e latenti.
Il corpo in gioco in una scena di psicodramma
Proviamo ad immaginare come potrebbero svolgersi concretamente le esperienze psicodrammatiche: riprendiamo l'esempio della signora Maria che racconta in gruppo la discussione avuta col figlio adolescente che vorrebbe andare in vacanza da solo. Il problema portato da Maria riguarda, in parte, il suo vissuto di ansia eccessiva rispetto alla causa che l'ha scatenata. Dopo la discussione col figlio ha continuato ad essere agitata e ha trascorso la notte svegliandosi continuamente. Mettendo in scena la discussione, Maria rivive la preoccupazione per il figlio: il conduttore invita a creare un fermo immagine di questa preoccupazione e aiuta Maria a dare voce a questo vissuto. La preoccupazione viene descritta e sentita da Maria come agitazione, ansia, paura che possa accadere qualcosa al figlio mentre lei non è lì pronta ad intervenire.
Lasciamo da parte tutte le altre questioni psicologiche che riguardano la storia personale di Maria e il suo rapporto col figlio, ma soffermiamoci solo sul vissuto di preoccupazione: il conduttore chiede a Maria in quale parte del corpo sente maggiormente l'ansia, l'agitazione e la paura. Maria risponde che l'ansia la sente nello stomaco, l'agitazione nelle gambe e la paura nella testa; lo stomaco si stringe, le gambe tremano e nella testa vede il buio. Andando avanti nella conduzione di questa scena Maria riesce da un lato a dare un senso alla propria preoccupazione, dall'altro può concedere al suo corpo di sperimentare l'ansia senza che il buio prenda il sopravvento. | ![]() |
Spunti per approfondire
Tanti sono gli ambiti recenti di studio e di ricerca intorno al tema del "legame" tra corpo e mente. Mi limito solo a menzionare le antiche origini di questa questione filosofica e la continua ricerca scientifica in diverse discipline, ma per ovvie ragioni scelgo di elencare sinteticamente solo alcune teorie, riflessioni e studi come stimolo all'approfondimento.
Nel gioco psicodrammatico il corpo è una presenza fisica che si relaziona (fisicamente) con i propri sensi, stimola livelli psicologici pre-verbali, attiva canali espressivi antichi, ricostruisce movimenti, gesti, posture, espressioni del volto, sensazioni propriocettive, attiva memorie cinestesiche.
Le emozioni sono regolatrici delle attività psicologiche e non il loro prodotto, sono cause e non effetti della percezione e dell'azione. Rivolgendo l'attenzione alla fisicità delle emozioni ricordiamo che attraverso il contatto fisico della madre il bambino comincia a fare esperienza di sè. Il senso cinestesico, semplificando, si riferisce alla capacità di sentire il proprio corpo sentendo la postura ed il movimento attraverso i recettori muscolari. Questo "senso" ha un ruolo determinante nella creazione dei collegamenti tra conscio ed inconscio, psiche e corpo, dentro e fuori.
Applicando l'immaginazione attiva al corpo in movimento possiamo proprio sentire l'impulso che spinge verso l'esterno e diventa visibile come azione fisica.
Nella teoria dei ruoli-progetto (fondamento della tecnica del Psicodramma Analitico Individuativo) il concetto di ruolo tiene conto di tre dimensioni: somatica, sociale ed immaginale. Il ruolo è inteso, appunto, come elemento psichico strutturante e dinamico fondamentale basato sul concreto agire ed interagire dell'individuo in e con concrete situazioni. Il concetto viene formulato nella sua triplice dimensione: la dimensione sociale del ruolo riguarda le regole, i modelli e le aspettative della cultura e delle strutture sociali in cui l'individuo è inserito; la dimensione somatica riguarda il modo nel quale il ruolo si realizza nell'ambito delle funzioni corporee; la dimensione immaginale ne rappresenta il corrispettivo psichico.
Secondo il punto di vista fenomenologico l'Io-soma è il corpo inteso come corpo proprio, vissuto dall'interno, carico di significati ed intenzionalità; esso diventa ciò che consente alla coscienza (Io-pensante) di inserirsi nel mondo, di avere un mondo. L'immagine corporea, cioè l'immagine che ci costruiamo mentalmente del nostro corpo, è l'elemento intermedio prodotto dall'incontro delle due realtà (pensante e somatica).
Dal punto di vista della fisiologia e della psicosomatica le connessioni esistenti tra Sistema Nervoso Centrale e i tre grandi Sistemi Neurovegetativo, Endocrino e Immunitario non permettono di individuare il confine tra malattia "psichica" e malattia "somatica", che è appunto virtuale. Gli studi e le ricerche sul cervello in campo neurofisiologico confermano che il Sistema Limbico e l'Ipotalamo hanno un ruolo fondamentale nelle correlazioni tra psiche e soma. Gli studi sulla fisiologia del Sistema Nervoso Autonomo confermano le correlazioni con meccanismi psicologici implicati ad esempio nei disturbi dell'ansia e dell'umore.
A cura di Elisabetta Gabriele
Potrebbero interessarti anche:
Cos'è lo psicodramma?
Perchè intraprendere un percorso di gruppo?